testata FPA

n° 6 del 4 marzo 2016

In primo piano

Mette radici il Cert nazionale contro gli attacchi informatici: il quadro
di Rita Forsi, ministero dello Sviluppo economico

Nel 2015 il CERT Nazionale italiano si è impegnato per rafforzare le relazioni con il settore pubblico e privato in ambito nazionale ed internazionale. L’intensificazione dei rapporti ha permesso vantaggi per il rilevamento di minacce, vulnerabilità e incidenti informatici: 3.500 report corrispondenti ad oltre 750.000 eventi segnalati a circa 375 Operatori e Internet service provider


Le 6 aree dove spendere i 150 milioni del Governo per la cybersecurity

di Andrea Rigoni, Intellium

In Italia manca sia una diagnosi dell’esposizione ai rischi cyber dei sistemi del governo e del settore privato. In questo modo non è possibile sapere quale sia l’entità degli interventi necessari in pubblica amministrazione e la loro urgenza. Valutare quindi l’adeguatezza del fondi destinati alla sicurezza diventa difficile; vediamo come potrebbero essere impegati


LA PA dimentica di investire sulla individuazione delle minacce: due vie per rimediare
di Fabio Battelli, Director di Deloitte ERS, Cyber Risk Services

Gli investimenti di Cyber Security nella PA sono troppo spesso sbilanciati sulla prevenzione delle compromissioni, tralasciando completamente l’individuazione tempestiva delle minacce e l’attuazione della risposta più adeguata a contenerle. Il risultato ? Un attaccante può agire indisturbato per giorni o addirittura mesi senza che le vittime abbiano la concreta possibilità di accorgersene ed intervenire


Ecco come il malware 2.0 può fare strage delle amministrazioni italiane
di Enrico Frumento, CEFRIEL- ICT Institute Politecnico di Milano

A guidare lo sviluppo di codici malevoli sono oggi principi di efficienza economica e durata degli investimenti effettuati per svilupparlo. Un team di esperti progetta attacchi mirati, ma anche infezioni automatizzate. Scopriamo le caratteristiche principali


Combattere il cybercrime grazie al Sistema pubblico dell’identità digitale: ecco come
di Stefano Zanero, Politecnico di Milano

Il nuovo sistema di identità digitale accresce il livello di sicurezza perché focalizza la risorsa scarsa dell’attenzione del cittadino sulla custodia di un singolo identificativo e perché, grazie alla concentrazione di risorse, si può pensare di utilizzare un’autenticazione a due fattori, magari combinata

Speciale FPA

Le grandi firme commentano il CAD

Leggi il nostro dossier, dove 16 tra i maggiori esperti della materia analizzano i pro e i contro del nuovo codice della PA digitale. Tra gli altri: Elio Gullo (Funzione pubblica), Carlo Mochi Sismondi (FPA), Gianni Dominici (FPA), Mario Calderini (Polimi), Enrico Consolandi (Magistrato) e noti giuristi del digitale

Accedi all’intero sapere condiviso dalla nostra task di riformatori. Scegli tra le altre newsletter e iscriviti.

in collaborazione con

Sponsor

 This email is sent to [email]

Send to a friend Facebook Twitter LinkedIn